Istat da quest’anno pubblica la collana regionale dei Report BesT, che offre un’analisi integrata degli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (Bes) dei territori. Nell’edizione 2023 gli indicatori sono in totale 70.
Ciascun Report BesT presenta il profilo di benessere della regione e delle sue province sotto vari aspetti: la posizione nel contesto nazionale ed europeo, i punti di forza, gli svantaggi, le disparità territoriali, le evoluzioni recenti.
I Report BesT sono disponibili alla pagina Il Bes dei Territori del sito web dell’Istat, dove è possibile accedere anche ai dati, ai metadati e agli strumenti di esplorazione e visualizzazione interattiva degli indicatori BesT.
Sintesi dei principali risultati in LOMBARDIA
Le province lombarde hanno livelli di benessere relativo più alti sia rispetto al complesso dei territori del Nord-ovest sia dell’Italia.
Classificando le province italiane in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta) sul complesso degli indicatori disponibili per l’ultimo anno di riferimento (2020-2022), il 28,1 per cento delle misure colloca le province lombarde nella classe di benessere più elevata; nel complesso il 54,1 per cento delle misure le assegna alle classi medio-alta e alta (la media delle province del Nord-ovest è rispettivamente 24,0 e 50,1 per cento, quella dell’Italia 19,3 e 42,7). I segnali di svantaggio sono meno frequenti. Il 29 per cento circa delle misure si concentra nella coda della distribuzione, ovvero nelle due classi di benessere relativo più basse tra le cinque considerate (la media delle province del Nord-ovest è 28,2 per cento, quella dell’Italia 33,9).
I risultati migliori
Nell’ultimo anno i livelli di benessere relativo maggiori si osservano nelle province di Milano e di Monza e della Brianza (più dei due terzi degli indicatori nelle classi di benessere relativo alta e medio-alta).
Confrontando i domini, i risultati migliori si registrano nel dominio Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, dove nessuna provincia lombarda si trova nella coda della distribuzione nazionale: il 56,3 per cento delle misure provinciali è nella classe di benessere relativo alta, il 42,3 per cento nella medio-alta.
Anche per gli indicatori di Benessere economico le province lombarde riportano in prevalenza buoni risultati (59,5 per cento nelle classi alta e medio-alta), pur a fronte di un 25,6 per cento di posizionamenti nelle due classi di coda.
Si evidenzia inoltre un maggior numero di indicatori provinciali collocati nella classe più alta di benessere per il dominio Qualità dei servizi (41,7 per cento).
I punti di debolezza
Le province di Cremona e Pavia sono le più svantaggiate, poiché si collocano meno frequentemente su livelli di benessere relativo alto e medio alto (entrambe 44 per cento circa) e più frequentemente nelle classi bassa e medio bassa.
La provincia di Lodi presenta la più alta percentuale di indicatori nelle due classi di coda (36,1 per cento).
Nel dominio Ambiente il 24,3 per cento delle misure colloca le province lombarde nella classe bassa, in particolare per l’incidenza delle aree protette, la disponibilità di verde urbano e la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Anche nel dominio Politica e istituzioni si registrano delle criticità: infatti una quota più alta di indicatori nelle classi bassa e medio-bassa si affianca a una quota più bassa in quelle alta e medio-alta. Nel dominio l’indicatore che evidenzia maggiori criticità è l’indice di sovraffollamento degli istituti di detenzione, che nella regione lombarda (132,0 per cento), raggiunge valori di gran lunga più alti che nel resto di Italia (+22,5 punti percentuali), soprattutto nelle province di Bergamo (168,0 per cento) e Como (167,3 per cento).
Le disuguaglianze territoriali
I maggiori squilibri si osservano nel profilo della provincia di Bergamo, caratterizzato da alte percentuali di indicatori nelle due classi estreme. Nei domini Salute, Sicurezza e Qualità dei servizi per diversi indicatori si evidenziano ampi divari tra la provincia con i risultati migliori e quella con i risultati peggiori.
Per la Qualità dei servizi, le differenze maggiori tra le province riguardano i servizi di mobilità e quelli sanitari; per il dominio Sicurezza i gap più elevati si registrano per i reati predatori.
Invece, la distanza tra le province lombarde è minima per tutti gli indicatori del dominio Lavoro e conciliazione dei tempi di vita.
La Lombardia tra le regioni Europee
La Lombardia si colloca tra le regioni europee con i risultati migliori per quattro dei nove indicatori BesT disponibili per il confronto:
- Speranza di vita alla nascita e Mortalità infantile nel dominio Salute (14°e 47°posto su 234 regioni; anno 2021);
- Partecipazione elettorale nel dominio Politica e istituzioni (36° posto su 226 regioni per cui il dato è disponibile; anno 2019);
- Propensione alla brevettazione nel dominio Innovazione, ricerca e creatività (38°posto su 189; anno 2019).
Tutti i restanti indicatori, nei domini Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita e Ambiente, sono su livelli più bassi della media Ue27.
Le distanze sono piuttosto contenute per la partecipazione alla formazione continua e per la quantità di rifiuti urbani prodotti per abitante, che nel 2022 collocano la Lombardia a poco più della metà della graduatoria delle regioni europee (132° posto su 233 regioni e 77°posto su 139 regioni, rispettivamente).
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