La classificazione dei rifiuti aspetti pratici

L’art. 184 comma 5 del D.Lgs. 152/06 dice che la corretta attribuzione dei codici dei rifiuti e delle caratteristiche di pericolo dei rifiuti è effettuata dal produttore sulla base delle Linee guida redatte, entro il 31 dicembre 2020, dal Sistema nazionale per la protezione e la ricerca ambientale ed approvate con decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Le Linee guida SNPA sulla classificazione dei rifiuti del 18 maggio 2021 sono ora finalmente disponibili e rispondono  alla necessità di definizione di criteri uniformi e di una vera e propria metodologia di approccio alla classificazione dei rifiuti da parte del produttore.

Ma chi è il produttore di un rifiuto?

Il produttore di rifiuti è (Definizioni – art. 183 comma 1 D.Lgs. 152/06):

  • il soggetto la cui attività produce rifiuti (PRODUTTORE INIZIALE)
  • chiunque effettui operazioni di pretrattamento, di miscelazione o altre operazioni che hanno modificato la natura o la composizione dei rifiuti (NUOVO PRODUTTORE).

Come si classifica un rifiuto?

La classificazione di un rifiuto si basa, in primo luogo, sull’individuazione dell’origine e del processo produttivo che ha portato alla generazione del rifiuto.

Fase 1) La prima operazione consiste nel verificare se sia effettivamente applicabile la normativa sui rifiuti o se si debbano applicare altre normative specifiche.

Fase2) La seconda fase della procedura di classificazione consiste nell’individuazione, all’interno dell’Elenco Europeo Rifiuti, del pertinente codice da attribuire al rifiuto.

La procedura di individuazione del codice, schematizzata in figura, si basa sul seguente ordine di precedenza previsto dalla decisione 2000/532/CE:

  • precedenza 1 – capitoli da 01 a 12 e da 17 a 20, relativi alla fonte generatrice del rifiuto;
  • precedenza 2 – capitoli da 13 a 15, relativi al tipo di rifiuto;
  • precedenza 3 – capitolo 16, relativo ai rifiuti non specificati altrimenti nell’elenco

Fase 3) I rifiuti identificati da voci specchio devono essere sottoposti a ulteriori valutazioni al fine di individuare il pertinente codice dell’Elenco Europeo dei Rifiuti (EER).

La conoscenza della composizione di un rifiuto può essere ottenuta attraverso diversi metodi, applicando uno schema procedurale basato:

  • sulla conoscenza del processo o dell’attività di origine;
  • sull’utilizzo delle informazioni contenute nei documenti di accompagnamento del prodotto divenuto rifiuto (ad esempio schede di sicurezza);
  • sul ricorso a banche dati sulle analisi dei rifiuti;
  • sull’effettuazione di analisi chimico-fisiche.

Definire CORRETTAMENTE il codice EER di un rifiuto è fondamentale per:

  • Corretta gestione del deposito temporaneo
  • Corretta gestione “materiale” degli stessi (movimentazione, manipolazione, uso, ai sensi della vigente normativa sulla sicurezza sul lavoro)
  • Corretta etichettatura e scelta degli (eventuali) imballaggi
  • Corretta definizione dei propri fornitori (impianti di destino e trasportatori)

Le verifiche sulla gestione dei rifiuti sono di competenza dell’ARPA, cosa verifica l’ARPA?

  • corretta classificazione
  • deposito temporaneo
  • trasporto
  • corretta gestione dei rifiuti
  • impianto autorizzato
  • ammissibilità in discarica.

(Tratto dalle dagli interventi al webinar Assoreca del 7 aprile 2022.)


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